I CTZ sono titoli di Stato al portatore a breve termine con scadenze a 18 e 24 mesi destinati esclusivamente al mercato telematico in lotti di 1.500.000,00 €. Sono emessi ogni 15 giorni (metà e termine mese) ad un prezzo stabilito attraverso un asta della Banca d’Italia riservata agli operatori istituzionali nella quale viene stabilito il prezzo di emissione e rimborsati alla scadenza al valore nominale di 100.
Gli operatori autorizzati (Banche Posta, ecc.) rivendono i titoli acquistati in lotti di 1.000,00 € ai singoli risparmiatori che li hanno prenotati entro il giorno precedente all’asta al prezzo determinato dall’asta stessa maggiorato della loro commissione che però deve essere contenuta entro i limiti fissati dallo Stato per decreto. Al momento della sottoscrizione viene anticipatamente detratta l’aliquota fiscale sul rendimento previsto lordo.
I CTZ non offrono cedole quindi l’utile è dato solo dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rimborso (sempre pari a 100,00 € ) da questo bisogna però detrarre l’aliquota fiscale e la commissione.
I CTZ sono generalmente disponibili nel mercato telematico (MOT) durante la loro vita utile e possono essere acquistati e ceduti in ogni momento secondo le quotazioni di mercato e la disponibilità della domanda e dell’offerta (pagando le relative commissioni): in questa fase risentono ovviamente degli umori di mercato e possono offrire margini di utili anche a breve termine in caso di forti oscillazioni del mercato azionario dell’inflazione e del tasso ufficiale di sconto.
I CTZ hanno le stesse caratteristiche dei BOT tranne una durata maggiore e sono quindi anch’essi uno strumento semplice di investimento.
Offrono un rendimento superiore al tasso d’inflazione al momento dell’emissione, non hanno cedole ed è quindi semplice calcolarne il rendimento lordo (ma un pò meno quello reale che deve tener conto della tassazione, commissione e spese di custodia) e sono di breve durata (da un anno e mezzo a due).
Un investimento semplice, stabile, di durata che può ancora considerarsi breve e rendimento stabilito a priori: poco rischioso e modestamente remunerativo ma che comincia a presentare margini di rischio più alti potendosi rivelare infruttifero se l’inflazione o il costo del denaro salgono.