I contratti di mutuo, generalmente sottoscritti per far fronte all’acquisto o alla ristrutturazione di una casa, differiscono per la finalità, per la durata e per il tipo di tasso di interesse applicato.
i seguito una breve guida sui tassi di interesse relativi ai mutui, essendo gli stessi il fattore fondamentale che va a definire il costo per il contraente. Analizzando gli stessi e il relativo andamento, diventa allora possibile scegliere la migliore tipologia di mutuo.
I tassi di interesse
L’interesse è il costo da pagare per riuscire a disporre della somma di denaro richiesto alla banca ed è espresso in percentuale. I mutui possono essere a tasso fisso, variabile o misto.
Il tasso fisso viene fissato al momento della stipula e si basa sul tasso di riferimento del tasso EURIRS (tasso interbancario). Questo tasso permette di conoscere l’importo della rata dall’inizio alla fine del prestito. È la formula ideale per chi ha uno stipendio fisso e non vuole correre rischi legati all’andamento del mercato finanziario, anche in previsione di una forte e protratta inflazione.
Il tasso variabile è un tasso che oscilla in base alle fluttuazioni dell’EURIBOR, quindi ogni rata può avere importi differenti. La percentuale iniziale è generalmente più conveniente di quella del tasso fisso, ma è soggetta alla volatilità del mercato.
La terza opzione, quella del tasso misto, prevede di poter passare da formula fissa a variabile e viceversa, o, in alternativa, comporta parte del rimborso di capitale a tasso fisso e una parte secondo percentuale variabile.
Le condizioni del mutuo sono scritte nel contratto che entrambe le parti devono sottoscrivere. Ogni istituto ha le proprie soluzioni con particolarità che possono variare da banca a banca. Oggi, la crisi, unitamente alla forte concorrenza presente nel settore, fa sì che ogni cliente può contare su una forte personalizzazione che soddisfa le esigenze personali e particolari.
Se l’EURIRS (Euro Interest Rate Swap) nell’ultimo decennio è stato influenzato parzialmente dallo spread, è comunque il parametro di indicizzazione del mutuo ipotecario a tasso fisso che permette di stabilire una percentuale invariabile e di conoscere l’importo della rata mensile. L’EURIBOR (European Interbank Offered Rate), invece, dal ’99 ad oggi ha subito forti impennate soprattutto nel 2001 e nel biennio 2008 e 2009, quando molte famiglie si sono viste raddoppiare le quote di interesse sui propri mutui. Ogni volta che questo indice ha valori al di sotto del 3-3,5% (quotazione naturale) è importante considerare se si manterrà costante o se, come è probabile, crescerà nel tempo.