Quando si parla di trovare lavoro sono tanti i consigli, da parte di esperti di risorse umane, colleghi o amici che possiamo seguire, alcuni dei quali a volte suonano come delle scomode verità.
Scrivere un curriculum di una pagina
Avrete forse sentito la regola per cui è preferibile scrivere un curriculum di una pagina. Bene, sappiate che oggi la formula più usata e accreditata è quella di due pagine, eccezion fatta solo per chi è all’inizio della carriera.
Non inviare una lettera di presentazione
Con il curriculum dovrebbe essere sempre inviata anche una lettera di presentazione, un breve documento in grado di attirare l’attenzione del selezionatore. Risulta essere possibile trovare alcuni esempi su questo sito, la lettera di presentazione dovrebbe però essere sempre personalizzata in base al lavoro.
Scrivere in un linguaggio formale
I curriculum più scorrevoli e interessanti sono in realtà scritti un un linguaggio reale, senza gergo certo, ma nemmeno senza troppe formalità. Non esagerate quindi con formalismi, con tecnicismi che non occorrono o con espressioni che non vi appartengono.
Individuare un obiettivo
A meno che non conosciate con estrema precisione la posizione e soprattutto l’azienda per la quale vi candidate, indicare un proprio obiettivo professionale può diventare controproducente. Infatti, potrebbe farvi sembrare il candidato sbagliato e nella maggioranza dei casi è solamente una ripetizione delle vostre competenze.
Elencare tutte le esperienze scolastiche
Al di fuori della laurea, di master o corsi di specializzazione estremamente focalizzati sulla professione, elencare ogni vostro attestato di partecipazione a corsi di aggiornamento o conferenze varie non interessa i recruiter. È molto meglio risparmiare spazio per descrivere le vostre esperienze professionali e quando esse non sono tante, perché magari siete all’inizio della vostra carriera, tenete presente il punto 1!
Indicare la disponibilità a trovare referenze su richiesta
Se non le possedete già, e quindi le inserite spontaneamente, è inutile fornire la disponibilità a procurarsi referenze. Se il recruiter le vorrà, inoltre, ve le chiederà come parte del processo di candidatura.
Chiamare qualche giorno dopo l’invio del curriculum
Chi cerca lavoro non sceglie i tempi e le modalità del processo di recruiting, è l’azienda che lo fa. Spesso infatti i recruiter pianificano i giorni in cui leggere i curriculum, fare le telefonate per fissare i colloqui e quelli per ricevere i candidati. Se tutte le persone che si candidano chiamassero per avere un follow up, un selezionatore potrebbe passare intere giornate così. Attenetevi alle disposizioni che solitamente le aziende includono negli annunci di lavoro e tenete presente che è nei loro interessi fornire un riscontro della candidatura.
Arrivare in anticipo al colloquio
Arrivare in anticipo al colloquio è corretto, ma non esagerate. La maggior parte dei recruiter non apprezza sapervi in reception troppo presto, diciamo dai cinque minuti in su, poiché si sentono obbligati a interrompere quello che stanno facendo per non lasciarvi in attesa troppo a lungo. Se per non sbagliare siete arrivati molto presto, fermatevi al bar sotto l’azienda a bere un caffè… o una camomilla per rilassarvi!
Trovarsi un falso difetto
Tra le domande più gettonate in fase di colloquio c’è la richiesta di elencare un proprio difetto. E tra le risposte più usuali c’è quella di menzionare il proprio perfezionismo! Evitate di trasformare una vostra qualità in un punto debole, perché il risultato sarà quello di sembrare in difficoltà davanti alla domanda, sembrerete persone che conoscono poco il loro modo di approcciarsi alla vita lavorativa… sembrerà insomma che abbiate qualcosa da nascondere!
Parlare di stipendio
È sempre stata buona regola per i candidati non fare domande ai recruiter in merito alla stipendio, per paura che questo possa venire scambiato per arroganza. Oggi però, soprattutto nelle form per l’invio delle candidature, viene chiesto esplicitamente ai candidati il proprio trattamento economico o quello desiderato. Per questo preparatevi un range di reddito nel quale vorreste essere inseriti e siate pronti da subito ad affrontare l’argomento stipendio. A proposito, sapete che esiste anche un gioco per chiedere l’aumento?
La tattica del sapersi vendere
Anche questo è un luogo comune da sfatare. Si è sempre pensato che riuscire a “vendersi” al meglio fosse il modo giusto per persuadere i recruiter rispetto alla propria candidatura. La realtà è che ai selezionatori piace assumere le persone più adatte per quel ruolo, non le più spregiudicate se non addirittura aggressive. Vale in questo caso il consiglio di pensare al colloquio come a una conversazione in cui ciò che deve emergere, per entrambe le posizioni coinvolte, è l’interesse reciproco e il raggiungimento di un accordo.