La scelta del miglior tipo di tasso quando ci si trova a dover accendere un mutuo è fondamentale e non è sempre facile, anzi. Conoscere quale sia la differenza tra tasso fisso o variabile è importantissimo affinché si possa optare per la soluzione che più delle altre si avvicini a quelle che sono le esigenze e le possibilità di ciascun richiedente. Non si può dire che un tipo sia più conveniente dell’altro in assoluto, il discorso è molto relativo e per la scelta non si può prescindere dal soggetto.
Il tasso fisso prevede che l’interesse da corrispondere alla banca per il prestito concesso non cambi per tutta la durata del mutuo, ma rimanga bloccata nonostante le variazioni che potrebbe subire il mercato nel corso degli anni. La percentuale viene quindi fissata in sede di firma contrattuale e si basa sull’indice di riferimento Eurirs, una sorta di copertura che utilizza la banca per evitare di subire grosse perdite nel caso in cui dovessero verificarsi fattispecie particolarmente avverse a livello macroeconomico. E’ un tasso a calcolo giornaliero da parte dell’EMF e rappresenta un particolare tipo di obbligazioni derivate. Il tasso fisso varia in base alla durata contrattuale del mutuo e per il suo calcolo si deve prendere come riferimento l’indice Eurirs a scadenza corrispettiva (per un mutuo a 10anni, l’indice a 10anni). In questo caso, chi si accolla il rischio è la banca.
Il tasso variabile, invece, dev’essere periodicamente ricalcolato in base all’evoluzione della macro economia e quindi del costo del denaro. L’ammontare degli interessi, quindi, non può essere fissato al momento dell’accensione del mutuo, ma verrà man mano ricalcolato in base ai valori assunti dal tasso. In questo caso l’indice di riferimento è l’Euribor. La rivalutazione è periodica e varia in base alla modalità di rimborso scelta: se si è scelto, per esempio, di pagare le rate semestralmente, la rivalutazione avverrà ogni sei mesi e così via. Se nel caso del tasso fisso era la banca ad accollarsi il rischio di un eventuale aumento del costo del denaro non potendo adattare il tasso alla nuova condizione, nel caso dei tassi variabili è il richiedente che si accolla tale rischio, accettando di pagare cifre anche di molto superiori nel caso di particolari condizioni di mercato. Di contro, in condizioni normali, stipulare un mutuo con la formula del tasso variabile risulta essere più vantaggiosa nell’immediato.
Per scegliere la soluzione più conveniente, oltre che valutare quali siano le possibilità personali e i propri obiettivi, basando ogni decisione su questo presupposto, è importante controllare l’andamento dei mercati: in linea generale, con un’economia in ribasso (costo del denaro in crescita) son meglio i tassi variabili per sfruttare poi la ripresa successiva che abbatterà il costo del denaro; mentre se l’economia è in crescita, il costo del denaro sarà in calo ed è quindi conveniente bloccare il mutuo con il tasso fisso.
La differenza tra tasso fisso o variabile risiede quindi nell’indice di riferimento e nella certezza del capitale da restituire nel primo caso e nell’incertezza nel secondo; per conoscere quale possa essere il costo dell’accensione di un mutuo nei due casi, come precedentemente accennato, è possibile consultare i siti delle diverse società di finanziamento e capire quali possano essere le condizioni attuali. Ogni istituto di credito propone, infatti, tassi diversi e solo consultandoli uno per uno, anche online, è possibile valutare quale possa essere la proposta più conveniente.